che è forse l'essere più ricorrente in letteratura e del quale, probabilmente, era già stato detto tutto. Il supplemento di informazione qui fornito non vale a riscattarlo e anzi rischia di compromettere la lettura dell'Animalario: che tuttavia si risolleva subito (con il Criptogallo) e, anche se dal punto di vista tassonomico è molto omogeneo (quasi tutti gli animali appartengono al genere dei Disadattati), presenta esemplari deliziosi: come lo psicotarlo («ha le caratteristiche dell'odradek, della piattola, della vespa nel bicchiere, del virus»), il cornù del caffo («trattasi di animaletto puramente fonico, generato da suoni»), l'odradek («ha la proprietà di raccogliersi in matassa ben amalgamata o di snodarsi per chilometri ... Non c'è da stare tranquilli»), il gattapone («lo invento nei momenti di disagio psichico»), il Grande Alberto («carissimo, buono, affettuoso e cucciolone, esiste per fede»), lo jabberwock («abita i confessionali», «si nutre degli ormoni emessi dai peccatori»), o il tamberan («animale-tabù, che in ogni caso non si fa vedere»). Notavo che quasi tutti gli animali di Papa appartengono al genere dei Disadattati (emblematico il caso del Formichiere marino, che evidentemente «ha sbagliato elemento»). Ebbene, anche molti animali di Borges vivono in luoghi ostili, si trovano in una condizione di estremo disagio che non è affatto chiaro come riescano a sopportare. Basta pensare al Goofang, l'imbranatissimo pesce che nuota all'indietro «perché non gli vada l'acqua negli occhi». Parrebbe che mentre un tempo prevalevano animali-collage, o mostri per difetto o eccesso, adesso prevalgano individui miracolosamente scampati alla selezione naturale. Non per caso, vien fatto di pensare, l'ortodossia biologica è quella darwiniana, che esclude categoricamente certi miracoli... Ma non sono assolutamente di questo tipo le Bestie di Federico Tozzi, riproposte anch'esse da Theoria (1987). Sono 68 animali perfettamente integrati nel loro ambien201
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