la ricerca del cibo, una ricerca essenziale in una natura, quale egli la concepiva, avara di risorse e abbondante di individui in lotta fra loro per la sopravvivenza. La questione del cibo era davvero essenziale per Darwin: in nessun caso egli poteva ammettere che gli insetti visitassero i fiori se questi non "offrivano in cambio" qualche ricompensa, perlopiù sotto forma di nettare. Apparenti violazioni a questa regola, a dire il vero, erano state registrate dai naturalisti del Settecento. Sprengel per esempio aveva notato che gli insetti visitano anche alcuni fiori che sono privi di nettare. Essi lo fanno, riteneva Sprengel, perché la forma di quei fiori è simile in tutto a quella dei fiori con nettare e li trae in inganno. Ma l'idea di un «travestimento» del fiore e di un inganno ai danni dell'insetto, ammissibile nel contesto di un grande piano della natura nel quale a ogni essere è assegnata una parte, era inaccettabile per Darwin. Egli raccolse con ogni sforzo le testimonianze disponibili per cercare di mostrare che anche nei fiori senza nettare gli insetti trovano del cibo, nella forma questa volta di un liquido speciale racchiuso nelle pareti del fiore: solo così gli sembravano rispettate le ferree leggi di una natura dominata dalla lotta per l'esistenza. Che il cibo, indispensabile per spiegare il comportamento degli insetti, non fosse necessariamente il nettare, ma potesse essere qualsiasi altra parte del fiore, era un secondo, importante requisito della spiegazione darwiniana. Nelle interpretazioni settecentesche il nettare era concepito come qualcosa che il fiore secerne precisamente allo scopo di attirare l'insetto e favorire indirettamente la propria riproduzione. Se, come esigeva Darwin, bisognava sottrarsi alla concezione finalistica, sembrava giusto negare al nettare la funzione di bene di scambio esclusivo nei rapporti tra fiori e insetti. Testimonianze in tal senso non mancavano. Il nettare è secreto a volte fuori del fiore, dove l'eventuale visita degli insetti non può favorire in alcun modo la fecondazione della pianta. Darwin di fatto 229
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