Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

1750, in forma di «rete», e da Carl Linné nel 1751 in forma di «mappa geografica». Rete e mappa sono diverse ma costituiscono a mio giudizio due varianti della stessa immagine. Donati afferma che la natura è come un tessuto «di vari fili, che hanno tra loro scambievole comunicazione, correlazione, ed unione». Linneo afferma invece che i corpi naturali si dispongono «come il territorio su una mappa geografica»: fa quindi un altro tipo di riferimento, ma esattamente come Donati intende che, per la complessa natura delle loro affinità, dei corpi non si può dire che l'uno «precede» .o «segue» l'altro: ogni corpo si trova «circondato» da numerosi altri corpi. Né Donati né Linneo visualizzarono le loro immagini ma la mappa venne ricostruita, seguendo fedelmente le indicazioni di Linneo, dal discepolo Paul Dietrich Giseke nel 1792. Questi rappresentò le affinità degli ordini vegetali (costituiti da cerchi di varia ampiezza), collocandoli a distanze proporzionali all'entità delle loro differenze e facendoli toccare quando risultavano tanto affini da 'sfumare' l'uno nell'altro. Ciò avviene secondo modalità impensabili con la logica della scala: per certe caratteristiche il V ordine, ad esempio, sfuma nel VI, ma per certe altre sfuma nel III e per altre ancora nel I. Immagine assai diversa dalla precedente, la mappa costituisce un nuovo modello della natura, che non appare più come un dominio da attraversare seguendo un percorso obbligato. Essa presenta un territorio a due dimensioni, che è tendenzialmente possibile percorrere in tutte le direzioni e nel quale può dunque essere tanto difficile orientarsi quanto in un «labirinto». Insieme alla mappa si diffonde anche questa metafora, che sollecita i fautori della nuova immagine a reperire un adeguato «filo di Arianna». Il primo a riconoscere l'efficacia della mappa e a visualizzarla è proprio il grande avversario di Linneo. Buffon 209

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