Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

usare le parole di Cuvier, che ;<gli organi non seguono tutti lo stesso ordine di degradazione: l'uno è al suo più alto grado di perfezione in una specie e l'altro in una specie del tutto diversa» (1800), cioè, in particolare, che se ad esempio «gli insetti sono superiori per i movimenti, gli altri articolati lo sono per le funzioni vitali: così non si può dire che i crostacei stiano fra i mammiferi e i rettili o i rettili fra gli insetti e i pesci, piuttosto che fra i pesci e i quadrupedi» (1812). Ciò provoca una proliferazione di scale particolari («una catena dell'intelletto, una catena della circolazione, una catena della respirazione ecc.»), perché «dovremmo formare tante serie quanti organi avessimo considerato»·, serie che non possono venir unificate- insisteva sempre il naturalista francese nel 1791 e nel 1800 -, e quindi determina il fallimento della scala come immagine complessiva della natura. 2. La mappa: la complessità e il labirinto della natura Da tempo era stata individuata un'alternativa alla scala, capace di rispecchiare senza difficoltà e anzi con grande efficacia proprio ciò che aveva determinato il fallimen� to dell'immagine tradizionale: l'esistenza di affinità multiple, differenziate, incrociate, che non sono uniformemente ma variamente distribuite e quindi rendono impossibile allineare i corpi perché li collegano «a grappoli» (per esempio gli insetti, come aveva visto già Vallisnieri, con i pesci e con gli uccelli e con i mammiferi). Si tratta della «mappa», che viene forse anticipata da una figura di Robert Morison (1672) e, della cui opportunità pare consapevole Albrecht von Haller (1742), ma che viene definita e giustificata solo da V italiano Donati nel 208

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