Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

ma ammette che « è ben difficile concepire una transizione dal regno minerale al vegetale». La natura si divide in due grandi sezioni, l'organica e l'inorganica, che non hanno alcun punto di contatto. Egli avanza poi numerose perplessità anche sui collegamenti fra il regno vegetale e quello animale. Infine si piega a collegare i due regni - e più in generale ad accogliere l'ordinamento lineare - ma solo dopo aver sottolineato che il collegamento è parziale è il criterio dell'ordinamento è selettivo. La sua «serie» non proviene dalla considerazione dell'intera struttura corporea (le cui componenti non hanno mai lo stesso grado di perfezione) ma è solo scala della complessità dell'apparato alimentare. Quindi Oehme rinuncia a comprendere nel suo prospetto tutta la natura, traccia una scala esclusivamente biologica, avverte che essa è stata tracciata prendendo in considerazione una sola variabile (l'unica che consenta di vedere continuità fra i vegetali e gli animali) e si dichiara certo che, operando con altre variabili, sarebbe ogni volta costretto a disporre diversamente i corpi viventi. La scala sopravviverà alle convinzioni di Oehme- che si diffondono-, ma senza conservare uno solo dei caratteri originali: non la continuità (che le viene negata), non la progressione (che risulta modificabile), né conseguentemente la gerarchia (che diventa relativa al carattere considerato). E sopravviverà solo in forma contratta, perché costretta o a frazionarsi, coprendo porzioni di natura sempre più esigue, o a specializzarsi, poggiando sulle variazioni di un numero sempre più piccolo di particolari anatomici sempre più minuti. Ne è una prima conferma, almeno indiretta, la «suite» di Félix Vicq d'Azyr (1774). Essa è perfettamente lineare, e sorretta da una quantità di corpi intermedi che non ha riscontro nella letteratura precedente, ma è una successione «anatomica», cioè esclusivamente biologica, che prende l'avvio dalle buffoniane «molecole organiche» e 206

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