listi che contribuiscono all'affermazione dell'immagine con un paziente lavoro empirico: Julien-Offroy de La Mettrie all'interno dell'Homme plante (1748), GeorgesLouis Ledere de Buffon e Louis-Jean-Marie Daubenton nei primi volumi dell'Histoire naturelle (1749). Lo sviluppo delle ricerche crea, beninteso, anche qualche problema: nel 1764 Bonnet incontra nuove difficoltà nella collocazione di certi insetti (un gruppo assai eterogeneo, perché vi figurano ancora tutti gli invertebrati non compresi fra i Vermi) e per la prima volta è costretto a collocarli fuori dell'échelle, ad ammettere che questa potrebbe «ramificarsi». È l'annuncio del superamento della scala, che tuttavia passa quasi inosservato per il gran numero di interventi favorevoli all'immagine. Nel 1768 ne viene verbalmente descritta una, che è assai dettagliata e forse la più rigida delle scale settecentesche. Ne è autore JeanBaptiste Robinet, che vi inserisce anche le varietà della specie umana, precisando così i passaggi dallo scimpanzé all'uomo più perfetto (l'europeo...), afferma che la progressione riguarda anche le prestazioni intellettuali, oltre ai caratteri corporei, e non casualmente la chiama «gerarchia». Essa ha la funzione ideologica di «confermare» la superiorità della razza bianca: gli ottentotti, per fare un esempio, sarebbero «stupidi e ineducabili» mentre i negri, un gradino ancora più sotto, avrebbero «un intelletto limitatissimo, di qualche grado appena superiore all'istinto dei bruti». Ma non erano mancati - anche se apparivano minoritari - interventi contrari alla scala, fra cui va segnalato quello di Jean Le Rond d'Alembert (1754). Gli anni '60 sono forse il periodo in cui l'immagine viene più richiamata, ma prevalentemente da letterati e filosofi. Il suo rapidissimo declino, conseguente a scoperte e valutazioni in parte fatte dai suoi stessi fautori, viene innescato da Carl Joseph Oehme nel 1772. Il naturalista tedesco considera ancora possibile un ordinamento lineare dei corpi 205
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