Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

io finora ne ho preso soltanto 3 baionettate nelle spalle, 5 nervate nella testa che mi fece male 15 giorni, tre calci nel culo con stivali e battiture col fucile e diversi schiaffi nel viso. Ma il computo più accurato è quello del rancio, in qualsiasi occasione: se fa el gran pranz de patati fasò e verse se riturna a lavorare fino alle sei di sera e così ci mettiamo a tavola a fare il grande disnà de tartuful e bacalà cun un mez de tè per fal pasà. ... non và male alla festa c'è i maccheroni due volte alla settimana v'è un pezzo di carne e venti centesimi al giorno da bere la grappa e così il tempo passa. La razione [del pane] era quasi 200 grammi a testa, il mangiare era il solito, acqua, farina, ravi, carotte ma non sempre, delle volte si salta poi ànno cambiato il pane, più piccolo e ogni 5 persone. Un elenco spropositato scherza con la fame che s'allunga e non dice niente di più del nudo fatto di mangiare sempre la stessa sbobba: Orzo, orzo, orzo, orzo, orzo, orzo, orzo. Fagioli, fagioli, fagioli, fagioli, fagioli. Fagiuoli, fagiuoli, fagiuoli, fagiuoli, Lardo, lardo, lardo, lardo, lardo, lardo ... buon appetito e felice notte Spitzer porta ad esempio di "prolissità" questo racconto: Andavo spaso e misenti chiamare T. mivoltai e vidi mio Fratello chera in Ospitalle alora siamo andati bevere la bira asieme. 59

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