un'impresa nata nel segno dell'entusiasmo e del coinvolgimento. 'A commentare quella malinconia ci bagnava - rientrando noi due a piedi verso via Plinio - un'uggiosa pioggerellina di marzo. Uggiosa, lo dico adesso: quella era l'ultima volta per me. Di lì a poco Fornari ci avrebbe lasciato. Sì, devo proprio scriverla la storia interna della polemologia di marca nostrana, perché - da un vertice culturale, sociale e politico - fornisce nuovi indizi su un lapsus della psicoanalisi. Un lapsus ricorrente, da Freud ai nostri giorni, che può essere sintetizzato così: di fronte alla propria conflittualità interna la società degli psicoanalisti elude l'analisi del suo contro-transfert. Razionalizza, senza rendersi conto di far così ricorso ad un meccanismo di difesa. Soprattutto adesso, quando l'attenzione - teorica e tecnica - al contro-transfert produce saggi e seminari a getto continuo. Nel setting analitico, naturalmente, ma non al contro-transfert istituzionale. Il vertice istituzionale è tuttora, per dirla con Racker, il bambino di cui ci si vergogna. Un lavoro di Hanna Segal sta facendo il giro di tutte le riviste di psicoanalisi. Titolo: «Il vero crimine è tacere», da una frase di Nadiezda Mandelstam, la moglie tenace e coraggiosa del più grande poeta contemporaneo, finito misteriosamente in-un lager staliniano. Il silenzio colpevole riguarda la minaccia nucleare. In quell'articolo - dove è anche ampiamente citato il contributo di Fornari - si forniscono molti dati sulla tremenda realtà atomica e notizie terrificanti sulle decisioni segrete degli stati maggiori. Qui mi limito a segnalare i passi di maggior interesse, dal punto di vista psicologico. «La prima promessa dell'era atomica è che essa può far diventare veri alcuni dei nostri incubi. La capacità, così faticosamente acquisita dall'uomo normale, di distinguere fra sonno, allucinazione, delirio e realtà oggettiva della vita da svegli, per la prima volta nella storia, è stata seriamente compromessa»: è un affermazione di Glover, risalente a quarant'anni fa. Così commentata dalla Segal: «Io penso che l'esistenza delle armi nucleari mobilizza e attualizza quello che vorrei descrivere come il mondo dello schizofrenico. La scomparsa dei confini tra realtà e fantasia caratterizza la psicosi. L'onnipotenza è diventata reale, ma si tratta solo di onnipotenza distruttiva.» E più 207
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