Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

rezza il gesto ostile. Come ha fatto osservare Freud, il primato dell'intelligenza come dominio effettivo della vita pulsionale deve ancora arrivare, e solo il rompere con le illusioni che ostacolano e assoggettano il pensiero ne può garantire il suo trionfo sulle pulsioni. Il destino della psicoanalisi sembrerebbe legato alla difficoltà che gli uomini provano nel rinunciare alle proprie credenze e alla tendenza ad elaborare rassicuranti «visioni del mondo». Il conflitto bellico e gli avvenimenti ad esso connessi, negli anni 40, metteranno in evidenza l'inutilità di concetti quali comportamento, motivazioni, atteggiamenti. Uno dei rappresentanti di maggior spicco del behaviorismo, l'americano Edward Tolman, sembra contagiato dalla psicoanalisi quando nel febbraio 1941 viene pubblicato un suo articolo intitolato «L'uomo psicologico», nel quale, appropriandosi di alcune delle tesi fondamentali di Freud, propone un nuovo mito, appunto quello dell'uomo psicologico21 • I timori di Freud sui pericoli di una volgarizzazione della psicoanalisi saranno confermati dagli sviluppi nel successivo dopoguerra, quando l'America si preparerà, basandosi sull'eredità di Freud, alla creazione di una nuova grande illusione, quella dell'adattamento pulsionale. Marta Castigliani 204

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