Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

buon umore. Ha chiuso la relazione con l'amico dell'anno prima; questo legame, sostiene, non era altro che una «boa di salvataggio». Presso l'amico attuale, dice, ha trovato la tenerezza e la tensione proprie di un vero amore. Si può constatare, dunque, eh. e il trattamento ha fornito, a tutt'oggi almeno, buoni risultati. Il problema che aveva condotto a me la ragazza, ha trovato soluzione. I fantasmi sado-masochisti sono stati relegati in zone più remote, fatto questo che ha contribuito alla scomparsa della sua paura nei confronti dei rapporti sessuali. Ha inoltre potuto operare uno spostamento del conflitto di rivalità, dalla madre all'amica, e ciò ha migliorato la situazione in casa. A che cosa dobbiamo questi risultati positivi? Abbiamo potuto constatare che la definizione del punto focale non ha influito sulla terapia in modo decisivo; questa ha seguito piuttosto una sua dinamica, indipendentemente dalle mie intenzioni. È vero che l'esame catamnestico ha giustificato le mie supposizioni, ma nel corso della seconda parte del trattamento è emerso un motivo conflittuale di pari importanza rispetto al primo: qualcosa che avrei potuto scegliere, allo stesso titolo, come punto focale. In ogni caso ribadisco l'importanza del fatto che prima di una cura venga definito un punto focale. E ciò in quanto non è evitando le teorie che possiamo giungere alla conoscenza, ma mantenendo un costante rapporto fra la teoria e la realtà. L'avere inizialmente stabilita un'ipotesi, mi ha consentito di seguire gli accadimenti di questa breve terapia più da vicino e di controllare costantemente se la mia teoria fosse fondata. Secondo Malan il risultato dipende, in primo luogo, dalla interpretazione del transfert e dalla elaborazione del trauma di separazione. Nel presente caso questi due motivi hanno potuto essere considerati solo indirettamente. Il transfert positivo, peraltro ben evidente, è stato 226

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