Il piccolo Hans - anno XIV - n. 55 - autunno 1987

to perché ciò che anima, dal principio alla fine, la terapia cui ci rimanda il testo, è quello stesso pensiero «critico» della teoria analitica che, rilevato in Sandor Ferenczi, ha portato Jacques Lacan, a definirlo «il più autentico interrogatore della propria responsabilità di terapeuta».10 Un caso clinico approfondito e descritto lungo la duplice e parallela direzione del testo del paziente su cui lavora il testo del terapeuta che si affida alla «supervisione» del gruppo di lavoro; un caso, ancora, che sta lì per essere esaminato nei suoi esiti e nei suoi effetti, il cui valore sta appunto in ciò: esso induce il terapeuta e con lui il lettore, a riconoscere momento per momento, le «oscillazioni di pensiero» a cui il concreto lavoro della terapia lo costringe; sia che si tratti di vere e proprie perplessità tecnico-teoriche, sia che il disorientamento prenda il sopravvento quando la situazione sembra sfuggire di mano allo stesso terapeuta; ma non vogliamo dilungarci su questo punto e, nel passare allo scritto di Vikar, rinviamo oltre le nostre considerazioni per fornire, nei limiti del presente lavoro, un possibile quadro d'insieme della psicoterapia focale. Le esigenze sociali, ci dice Vikar, e la mancanza di tempo giustificano solitamente per motivi «pratici» una psicoterapia breve; motivi teorici, invece, possono dar ragione della opportunità di una psicoterapia focale quando si tratti di adolescenti11; la selezione del paziente mediante prove testali, la scelta o messa a fuoco del problema inconscio che più strettamente aderisce al problema «attuale» del paziente stesso unitamente all'accordo o contratto terapeutico circa il numero e la durata delle sedute, questi sono, in sintesi, gli elementi essenziali di una psicoterapia focale secondo l'esposizione dell'autore nel corso della quale viene inoltre precisata la centralità del «trauma di separazione» nella psicologia dell'adolescente unitamente al criterio di flessibilità del terapeuta nella scelta del punto focale che può mutare nel corso stesso della terapia. Passando ora ai tre casi descritti da Vikar non possiamo che limitare lo spazio delle nostre osservazioni entro lo statuto di un momento che si interroga su di un testo che, come quello cui ci riferiamo, al di là dello stile piano, quasi «disinvolto» dicevamo all'inizio, ruota costantemente, ci pare, attorno al momento 211

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