Anche la narrativa ungherese risente delle dottrine freudiane: le poesie liriche di Dezso e Kosztolanji, molti racconti e satire di Frigyes Karustley, le novelle di AlexanderBrody, di Geza Csàth e altri. Una diffusione che si direbbe oggi di massa, se si pensa che romanzieri quali LudwigBirò o Endre Nagy fecero dei «dottori in psicoanalisi» gli interpreti principali dei loro romanzi, e che nel 1919 dal febbraio al marzo, Ferenczi, su istanza del Commitee for Popular Instruction tenne una serie di conferenze divulgative su argomenti psicoanalitici. Difficile ricostruire quando Klein abbia letto il libriccino, scritto da Freud dopo L'interpretazione dei sogni, Uber traum. Sicuramente prima della richiesta di analisi personale, rivolta a Sandor Ferenczi: «ripensandolo [il libro] ho sentito che rappresentava quello in cui io credevo da tanti anni. Ricordo di aver avuto, in quel momento, la convinzione profonda dell'esistenza dell'inconscio, cosa della quale ero convinta da molti anni». La domanda di analisi rivolta da Melanie Klein a Ferenczi è probabilmente databile attorno al 1917 e nasce da una profonda crisi depressiva. Quel che accadde poi, in analisi, rimane un segreto. Ormai Melanie Klein ha scoperto la psicoanalisi o meglio, come afferma Didier Anzieu,7 è la psicoanalisi a scoprire Melanie Klein: «fu Ferenczi a farmi notare le doti particolari che io possedevo per comprendere i bambini e per interessarmene». La sua ascesa sarà, da questo momento, rapida. Il 13 luglio Melanie Klein presenta alla Società psicoanalitica ungherese Note sullo sviluppo intellettuale del bambino8 e diventa membro effettivo della Società. Partecipa poi, nel settembre 1920, al Congresso internazionale dell'Aia dove Hermine Hug-Hellmuth, di Vienna, legge il suo lavoro «Sulla tecnica dell'analisi dei bambini». Il 5 dicembre dello stesso anno, fra gli incontri scientifici di Budapest segnalati sul «Journal» figura Contributi all'analisi della prima infanzia9 di Mrs. Melanie Klein che, 206
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