E così Melanie, a 16 anni, produce un'opera teatrale, scrive poesie, inizia romanzi che non hanno, come lei stessa afferma, alcun valore letterario e che poi distruggerà. «La malattia e la morte precoce di mio fratello sono un grande dolore nella mia vita e lo porto ancora con me. [...]. Nel mio ricordo è rimasto giovane, intellettualmente superiore, pur se le sue posizioni erano impopolari e, soprattutto, dotato di una profonda comprensione per l'arte. È il miglior amico che mi sia stato dato d'avere». Ma prima della morte di Emmanuel, a 21 anni, Melanie diventa Klein e il 19 gennaio 1904 è madre di Melitta. Una gravidanza difficile, vissuta in Slesia, lontano dagli stimoli intellettuali e dal circolo di amici raccolti attorno ai giovani Reizes e interrotta, fra l'altro, da un brusco rientro a Vienna per la morte di Emmanuel. Melanie raccoglie subito, in fretta, gli scritti del fratello e cerca un editore disposto a pubblicarli; chiede a Georg Brandes la prefazione, ma, quando il progetto sembrava realizzarsi, la casa editrice fallisce. Il manoscritto che, con le sue sorti alterne, segue la nascita degli altri due figli, Hanz nel 190.7 e Erich nel 1914, andò ad un certo punto perduto. Ricuperato, rimase alla fine inedito per il sopraggiungere della guerra. L'anno 1914 segna per Melanie di nuovo un alternarsi di nascita e morte: nasce infatti Erich e muore la madre Libuhsa. E a noi conviene riprendere la rotta seguendo la stella polare. A 32-anni Melanie Klein ha subito già i lutti più gravi: i fratelli, il padre, la madre. Non potrà condividere la sua celebrità i suoi successi con le persone che ebbe care. «Ancora oggi mi chiedo quello che avrebbe detto o fatto (mia madre) e rimpiango che non abbia potuto conoscere le mie opere. Mi domando spesso che cosa ne avrebbe pensato [...] È difficile per me immaginare che avrebbe ora 203
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