fatti l'uno per l'altra». Si fidanza infatti a 17 anni, quando è una giovane e brillante liceale. Ha imparato da piccolissima a leggere e scrivere poco prima che la sorella Sidonie morisse. «Dal suo letto dove era sdraiata [...] mi ha insegnato le basi della lettura e del calcolo che ho capito molto rapidamente». Sidonie aveva allora 8 anni e Melanie 4 e mezzo. A Emmanuel, il fratello che per Melanie sembra costituire il riferimento che il padre non fu, passa il compito, una volta scomparsa Sidonie, di occuparsi della sua intelligenza. «A 9-10 anni aveva già la taglia di un adulto- lo descrive con immutata ammirazione - e le sue capacità erano così eccezionali che penso che la mia opera non è nulla rispetto a quanto egli avrebbe potuto realizzare». Emmanuel, come la madre, improvvisava al pianoforte, era un ribelle, parteggiava per Goethe in liti furiose col padre, stimatore di Schiller. Avrebbe voluto dedicarsi agli studi di medicina, ma la grave malattia da cui era affetto e che lasciava intravedere la fine non glielo consentì. «Possedeva- scrive Melanie- il genio della musica e della scrittura e spesso mi dettava quanto andava creando [...] È sempre stato detto, e lui stesso lo sapeva benissimo, che non sarebbe vissuto oltre i 20 anni. Questa scadenza, della quale non parlava mai, era sicuramente responsabile del suo carattere ribelle e ogni tanto difficile. Ho una sua bella lettera e un appunto che ho conservato nei quali dice di sperare che la sorte mi riserbi nel corso degli anni quanto a lui oggi è stato tolto». La loro intesa nasce quando Melanie ha 9 anni «poiché avendo io scritto un poema patriottico, si è dato la pena di correggerlo, ed è sembrato che lo abbia apprezzato. A partire da questo momento è stato il mio confidente, il mio amico, il mio insegnante. Si è interessato moltissimo al mio sviluppo e so che fino alla sua morte si è sempre aspettato da me qualcosa di grande». 202
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