A Halallal. (Troppo spesso mi sono divertito con La Morte) (Endre Ady, A menekulo élet, La vita che fugge) L'opposizione tra versi lunghi e versi brevi si presta a sottolineare l'alternanza di due voci nelle ballate. I versi lunghi contengono il racconto, e i versi brevi, che sottolineano il racconto, riferiscono le reazioni liriche del narratore o di un coro anonimo. I versi monosillabici dei retori rappresentano un tour de force poetico. Si deve, per esempio, a un tardo retore, Amedée Pommier, una poesia composta di 226 versi monosillabici. Queste vere e proprie imprese si rispecchieranno nello specchio curvo delle poesie parodistiche di Johann Heinrich Voss; di Janos Arany o di Frigyes Karinthy. Quest'ultimo ha perfezionato l'invenzione dei retori sostituendo ai versi monosillabici versi che consistono in una sola lettera; il che corrispondeva in pari tempo a una scrittura verticale che è una parodia delle cineserie allora di moda. Mi limiterò a riprodurre il testo francese corrispondente in scrittura orizzontale: «Un pied devant l'autre, et l'autre devant le premier» (Un piede davanti all'altro e l'altro davanti al primo) (Prima strofe). «Quelle chance que j'en ai que deux, je ne saurais où mettre un troisième» (Che fortuna che ne ho soltanto due, non saprei dove mettere un terzo) (Seconda strofe). Messaggi dell'articolazione visiva. Il verso breve isolato è l'immagine di un oggetto isolato, quella di un campanile solitario, in una poesia di Endre Ady: (18) Faluja nyar-éji csòndjébol Feheren, agg6dva kibamul 65
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