giorno viene descritto dall'analizzante come «un ibrido posto, camera da letto degli ospiti, studio nel quale insieme alla libreria c'è un letto», mentre il luogo dell'analisi, in cui pure c'è una libreria e un letto, viene contaminato dai perversi connubi di zii e cugini cui quel soggiorno ha assistito. Qui, la rappresentazione ha riguardato il luogo. Ma quando una rappresentazione in funzione del godimento diventa rappresentazione della copula, il delirio si sostituisce al luogo della fobia come risposta all'angoscia: già è delirio la rappresentazione con cui il piccolo Goethe risponde alla propria angoscia, l'immagine del cilindro e del cerchio essendone non la causa ma l'effetto. Del resto, lo stesso piccolo segnale dell'angoscia che è collegata al coito riporta al momento della grande angoscia che si affaccia sul luogo della fobia. L'angoscia è la sospensione sul limitare della risposta. La rappresentazione che le succede può essere quella del luogo della fobia. Così per chi rimane su quella soglia senza riuscire a sviluppare una nevrosi, nei fobici, fobici in senso strutturale e non solo sintomale, cogliamo l'alternanza di un'estrema «facilità» sessuale che è il rovescio della latenza: una sorta di sospensione nella quale la lotta contro le teorie sessuali infantili appare superflua, nel tentativo, che appare riuscito, di una prima conversione isterica del godimento paterno; con l'insorgenza improvvisa di blocchi a ricordare che tale conversione è invece precaria e a offrire due nuove soluzioni nell'anestesia o nel concepimento di un bambino, balance isterica di morte e di vita che non si presentano commiste come nella schizofrenia e neppure in concatenazione di causa ed effetto come nella paranoia, ma che pure aderiscono come due facce di un medaglione che può essere in un attimo presentato da una parte o dall'altra, dal lato del profilo del padre o dal lato della fanciulla circondata da una scritta illeggibile nei sogni. 41
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