Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

chassidica, che ha tenuto viva e resa popolare la kabbalà, qual è stato il ruolo delle vocali? Se la scienza della combinazione delle lettere e le scritture crittografiche da essa alimentate, sono, come ricorda Scholem, «una musica del puro pensiero», l'originaria complicità delle vocali col canto ha fatto delle vocali il ritmo di questo pensiero. Le vocali come stazioni di un itinerario di perfezione: è, del resto, attorno a questa figura che Benjamin, in un passo del Dramma barocco tedesco, traccia il confine tra allegoria della lettera, propria della visualità barocca, e l'allegoria mistica: per lo S-caligero I è longitudo, per Bohme essa è il centro dell'amore supremo. Nel cielo dell'interiorità la meditazione dei mistici nomina il succedersi delle stagioni consegnandole a un'immensa dilatazione del respiro del tempo, a un raccoglimento delle cose nella creazione: movimento che l'alfa e l'omega, il principio e la fine, e il loro rispondersi, designano. Tra le lettere mistiche dei greci, come ricorda Isidoro, già Y diceva la vita, come l'A e l'O il ciclo del tempo. Per uno stemma delle affinità Nella vocale una ramificazione del senso lascia trasparire quel che l'uso del termine ha usurato, ma che continua ad agire nella parola come suo stemma, come suo ordine di parentela: la voce, il vocare. Nel passaggio dalla voce della natura al canto, cioè, vichianamente, alla prima lingua, la vocale conserva il respiro e lo stupore: la forza dei sentimenti elementari e primordiali (lo spavento e l'esultanza) è la traccia d'un movimento che porterà nella vocale, nel suo tempo breve o lungo, poi trasferito alla sillaba, nel suo suono aper231

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