Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

Vocali minute a Edmond Jabès Sogna le bianche vocali dei gridi dei ragazzi, e l'aria che le dilata... G.Caproni, Triiumerei La lettera e lo spirito (letteralmente) Per il poeta l'alfabeto non è solo il corpo della lingua, la materia d'infinite combinazioni, la stilizzazione figurativa dell'origine del linguaggio, è anche l'officina dove il segno si trasforma in sogno, il compendio dei suoni si libera, come i venti di Eolo, sull'onda dei significanti, il disegno della lettera muove verso la dizione, in un cammino per il quale ciascuna lettera è come un sentiero d'imprevedibili avventure. Questa metafisica dell'origine contratta in figure il poeta la piega verso un evento: l'appropriazione, da parte delle cose, di un nuovo nome. Quando i segni diventano corpo e danza, come accade nelle lettere di Erté (e nell'analisi che Barthes ne ha dato), si racconta, nell'esempio del linguaggio visivo, il� 223

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==