il processo euristico nella sua infinita generalità, nelle sue infinite determinazioni. Il tentare. IL primo intravedere. Il ripetere. Il ritentare. Il migliorare. Il formarsi d'un'attitudine, d'una tecnica, d'una capacità. Il correggere. Il discutere. Il fare. Il rivedere. Il misurare col già noto. Il riferire al già noto. Ecc. E ciò nella biologia, nella sociologia, nel diritto, nell'economia umana, ecc. (225) Più che a tale intricata successione di fasi, definita tra l'altro troppo ardua per un'operazione di semplice «cabotaggio» filosofico, Gadda sembra interessato all'articolazione sistematica dell'euresi: alla sua distribuzione capillare, che percorre trasversalmente l'enciclopedia dei saperi (in virtù della sua «infinita generalità»), cui corrisponde, ad ogni scenario singolare e per così dire nodo della rete, un'infinità di percorsi combinatori (le «infinite determinazioni»). Lo scenario è propriamente leibniziano. Principio di continuità che pervade l'enciclopedia dei saperi, l'euresi esprime il dolore della cognizione, l'odissea del concepimento, il travaglio creativo della ricerca sospinta verso «veritates nondum cognitae». L'euresi rappresenta cioè il lavoro, il dramma del pensiero nel suo farsi, l'erraticità di un percorso che non osserva una finalità preesistente ma procede verso una «luminosa ed incerta meta», nella direzione di un «diverso» di cui non ha cognizione previa. Operari che assume subito l'aspetto topico della «deformazione», ovvero dell'«autodeformazione»: questa euresi o autodeformazione procedente verso l'inconosciuto come verso un 'meglio' nel periodo creativo si manifesta nelle più varie parvenze del reale. La biologia è euresi, la storia è euresi, la ragione razionale è euresi, la matematica, la meccanica applicata, la tecnologia, la politica, il diritto positivo, ecc. (226) 119
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