Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

ha permesso di riconoscerla trovandola. Di godere quindi dell'unità con l'essere, della coincidenza del vivere con l'essere già nella vita terrena; trovato dentro di sè il suo Dio. Di sopportare che questa beatitudine nella vita corporea sia parziale, nella speranza che diventi perfetta dopo la .morte. La certezza gli è data dal suo Dio che ha voluto in un tempo molto lontano lasciargli un segno inconfondibile del bene vero: «Hai sparso il tuo profumo, io l'ho respirato e ora a te anelo. Ti ho gustato e ora ho fame e sete - Mi hai toccato e ardo dal desiderio della pace tua»14 • Ed ecco la sua splendida descrizione della conseguenza della raggiunta unità con Dio: «Poichè la tua misericordia è migliore ed è al di sopra di ogni vita, ecco che la mia vita è una estensione e la tua destra mi raccolse nel mio Signore, nel Figlio dell'uomo, mediatore tra te, unità, e noi, moltitudine, molteplicità, divisione; affinché per suo mezzo possa raggiungere colui che mi ha raggiunto e mi raccolga nei giorni antichi e, dimentico del passato, seguire l'Unico; non distratto verso ciò che è futuro, ma contemplando le cose che mi sono dinanzi; non per mezzo della distrazione, ma attraverso .l'attenzione possa conseguire il premio della eccelsa vocazione; dove ascolterò il cantico della tua lode e contemplerò le tue delizie che né arrivano né passano. Ora invece i miei anni trascorrono fra i pianti, ma tu, o Signore, mio conforto e padre mio, sei eterno. Io sono diviso fra diversi tempi, il cui ordine non conosco; e contraddizioni tumultuose dilaniano i miei pensieri; intime viscere della mia anima, fino a che, reso mondo e puro dalle fiamme dell'amor tuo, possa gettarmi in te»' 5 • 292

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