Credo che nessuno sia riuscito a descrivere meglio di Virginia Woolf queste sensazioni iniziali della vita, spingendosi fin quasi all'esperienza prenatale. Di questo stato di fusione lei rimpiangeva soprattutto la sensazione che l'essere e il vivere fossero stati la stessa cosa. Di essere quindi vissuta al di là del tempo, prima del tempo, di aver assaporato la dolcezza dell'immutabilità, la pienezza dell'essere. Ed ecco che la ricerca di Virginia sembra incontrarsi con quella di Agostino. Sembra arricchirla. Con una messa a fuoco che insieme approfondisce, precisa, e amplia la visuale. Ora sappiamo che l'esperienza di Virginia è stata diversa solo per l'intensità e il colore. Sostanzialmente è esperienza .comune. Tutti gli uomini cominciano a vivere attraverso la fusione con la madre, in uno stato di estrema beatitudine.Tutti gli uomini, all'inizio, sono felici. Tutti sono destinati a perdere questo paradis0 per avviarsi alla loro esistenza di individui autonomi. Nessuno può dimenticare. Per tutta la vita ogni uomo cerca di ritrovare, di ricostruire in qualche modo quell'iniziale stato di grazia. Oggi sappiamo che è così. Non perchè è così. Nessuno può spiegare perchè la vita del cucciolo dell'uomo si avvii proprio in questo modo e non in un altro. Del resto Ia stessa Virginia, dopo essersi liberata dall'ossessione del rapporto con la madre, scrisse dello stesso argomento in altri termini. Nel successivo Le onde, visivamente, il mare prende il posto della madre e lei, Virginia, è una piccola onda. Tutti gli uomini sono una piccola onda nel mare. Ed ecco la madre diventata simbolo del rapporto dell'uomo con l'essere. 288
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