do il seme, in realtà non genera nessun frutto, bensì torna ad attivare, risveglia, una figura che già si trova, rimossa, all'interno del soggetto stesso: figura del padre. Il soggetto teme dunque di essere distrutto dal padre, destatosi dal lungo sonno della rimozione. D'a.ltra parte la figura del padre si trova realmente all'interno del corpo del soggetto. Come è possibile questo? Il soggetto durante il periodo infantile, spinto dal complesso edipico, ha incorporato la figura paterna distruggendola. Ciò richiama ad una fase dello sviluppo psicosessuale del bambino, la fase sadico-orale, durante la quale il bambino, nelle sue fantasie inconscie, scava nel corpo della madre alla ricerca del pene paterno che lui immagina nascosto dentro il corpo della madre, come ci dice Melanie Klein. Il soggetto affetto da eiaculazione precoce è quindi un soggetto-che ha «divorato» il padre durante l'infanzia, incoroporandolo nel sé, distruggendolo. Il padre è rimasto nel corpo del soggetto in uno stato di rimozione, uno stato nel quale il soggetto immagina appunto di aver distrutto il padre, inattivandolo. Il rapporto sessuale però attiva il seme rendendolo fertile, dando nuova vita quindi alla figura paterna. Il padre, così come è stato divorato dal soggetto durante l'infanzia, divora ora il soggetto dall'interno. Eliminando precocemente il seme il soggetto elimina questa ultima possibilità. Possiamo aggiungere che non solo elimina questa possibilità, ma che eliminando il seme, principio - della fertilità maschile, simbolo del padre (secondo la catena associativa seme/frutto/figlio/padre) il soggetto ripercorre il proprio complesso edipico, tornando, attraverso l'eliminazione del seme, a distruggere di nuovo il padre, non più incorporandolo oralmente, ma eliminandolo, dopo averlo digerito, attraverso una attività uretrale. L'eliminazione del seme infatti può essere vissuta dal soggetto come una specie di evacuazione, fantasia che spiegherebbe il carattere simbolico di «incontinenza» che presenta la eiaculazione precoce. 276
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