Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

prese con la tradizione religiosa calvinista, nella versione dovuta alla setta de_i «Fratelli di Plymouth». In casa dei Gosse, la pratica della religione si legava in modo naturale alle altre occupazioni quotidiane. Proprio questo intreccio pone a Edmund i primi problemi. L'educazione impartita dai miei genitori - racconta Gosse - comprendeva il precetto che «se desideravo qualcosa non dovevo, come usava dire mia Madre, 'perdere tempo a cercare di raggiun�erla, ma chiedere a Dio di guidarmi a essa'»5 • Edmund sta per compiere sei anni e ha adocchiato in un negozio una bella trottola colorata. Non esita quindi a chiederla direttamente a Dio, collocandola in calce a una lista di richieste comprendenti la restituzione di Gerusalemme agli ebrei e la conversione dei pagani. Richieste senz'altro più ortodosse, ma che, dice Gosse, «mi lasciavano assai freddo»•. Così modificata, la preghiera serale suscita un piccolo scandalo, e viene riunito immediatamente un consiglio di famiglia. La questione, inattaccabile sul piano razionale (Edmund stesso fa notare di essersi soltanto attenuto rigidamente alle istruzioni ricevute), è risolta d'autorità, con l'esplicito divieto di pregare, d'ora in poi, per trottole e cose simili. Il problema della preghiera continua però a tormentare la mente del piccolo Gosse, che decide di tentare un esperimento sul peccato di idolatria. La sua casa era frequentata da confratelli missionari, e l'argomento entrava spesso nelle conversazioni quotidiane. Edmund descrive così la preparazione della grande prova. «Interrogai a lungo mio padre sulla natura di questo peccato, fino a ottenere la categorica affermazione che l'idolatria consisteva nel rivolgere preghiere a qualcuno o a qualcosa che non fosse il Signore stesso. Il legno e la pietra (...) erano particolarmente suscettibili di essere adorati dai pagani 'nella loro cecità. (...) Decisi comunque di 264

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