Il piccolo Hans - anno XIII - n. 51/52 - lug./dic. 1986

NOTE 1 Freud legge nell'uccisione di Polonio una delle prove che Amleto non è «del tutto incapace di agire», accennando alla sua «rapida vampata di passione quando uccide la persona che sta origliando dietro la parete». Emest Jones considera nel suo saggio (Hamlet and Oedipus, 1949, trad. it. Amleto ed Edipo, Il Formichiere, Milano 1975) l'uccisione di Polonio da parte di Amleto come motivata da due identificazioni di Polonio ai suoi occhi: per il principe, Polonio è imago del padre, oggetto di un'ostilità _edipica non inibita da legami di parentela; ed è insieme un «vecchio rimbambito pettegolo e sentenzioso» che ostacola il suo rapporto con Ofelia. Il rapido cenno all'analogia Polonio/Jefte (p. 93) suggerisce solo, mediante il rimando a Hemy VI (V, 1) - in cui il caso Jefte diviene esempio di impiety per il mantenimento di un giuramento - una vaga-nota di censura per il padre di Ofelia. Se Freud «semplifica» facendo di Polonio nascosto a spiare un'ombra senza nome, Jones sceglie di condividere una tesi del critico tedesco Loening (in Die Hamlet-Tragodie Shakespeares, 1893) secondo cui dietro l'arazzo non può esserci Claudio, che Amleto ha poco prima visto pregare. Ma, mentre è impossibile fare ipotesi su tempi e spostamenti reali in uno spazio non noto di una finzione narrativa, il testo mostra in realtà per due volte il gesto di Amleto che estrae la spada contro Claudio: con rapido riflesso nella scena in cui lo vede pregare, e subito dopo nella camera di Gertrude, in cui ripete d'istinto lo stesso gesto, pensando alla stessa persona, ma di fatto «sostituendola». ' Nel colloquio, Gertrude si sente minacciata da Amleto e chiede aiuto: Polonio ne riecheggia il grido dietro l'arazzo e Amleto Io trapassa con la spada, definendolo subito «a rat,,, «dead, for a ducat, dead»: in questa definizione egli parla solo a se stesso, poiché Gertrude non può capire la duplice allusione a due sue precedenti considerazioni su Claudio. Amleto aveva infatti definito la recita in cui cogliere la coscienza del re ritenuto assassino «a Mouse-trap», una Trappola-per-topi (III, 2), e aveva già alluso ai ducati con l'effigie di Claudio-re (Il, 2). La prima istintiva reazione di autoriflessione è dunque chiara e assertiva, mediante la duplice sigla con cui indicare Claudio. Solo dopo la domanda di Gertrude «O me, what hast thou done?», Amleto, awertita la sorpresa della madre, chiede dubitativamente «ls it the king?». Sembra dunque improbabile l'interpretazione di Jones di millanteria con la madre di un Amleto certo di non aver ucciso Claudio. ' Traduzione di Alessandro Serpieri, Amleto, Feltrinelli, Milano 1981. Dove non specificata la fonte, la traduzione dei brani citati sarà da intendersi come traduzione letterale, linguisticamente fedele, qui elaborata per le necessità dell'analisi in corso. ' Trad. di Serpieri A., cit. ' V. Hamlet, Cambridge Universi!)' Press, 1936, p. 182. ' Trad. di Serpieri A., cit. 7 Anche Jones E. rileva l'associazione Polonio/Cesare e Amleto/Bruto come significativa. Rifacendosi alla lettura edipica del Julius Caesar di Otto Ran.k (in Das Schauspiel in «Hamlet», Imago, voi. IV) che fa del 238

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