crescimento regale corrisponde l'incremento di un'iconografia dell'angoscia satumina, i due movimenti rivelandosi speculari e complementari. È significativo che entrambi i passi citati, coerenti tra loro come con tutta la logica di qll;el love test che irritava Tolstoi per la sua vana pretesa'6, siano stati oggetto di particolari interventi interpretativi sulla lettera del testo. La «wrath» del drago, che Kenneth Muir, nell'edizione Arden da lui curata, legge come «object of his wrath» (dunque Cordelia, come qui inteso), può invece per J.C. Maxwell riferirsi allo stesso Le�r, presupponendo uno sdoppiamento della sua personalità, «a sort of anthropologist's mana», segno di un rischio di disintegrazione di Lear. Parallelamente il passo sullo Scita che «makes his generation messes» subisce un vero e proprio rovesciamento di senso: mentre, rileva Muir, «the usual explanation of generation is offspring» («la consueta spiegazione di 'generation' è 'prole'»), Craig suggerisce di intendere «generation» come genitori, citando l'uso in Coriolanus (1,8) della parola «progeny» (non «generation», si noti) nel senso di antenati, e un riferimento di Chapman all'uso degli Sciti di «divorare i. genitori». Ma ancora Muir offre altra evidenza della tradizione secondo cui il cannibalismo presso gli Sciti si volgeva a bambini e/o donne, prediligendo «the buttocks of boies and women's paps»11 («glutei di ragazzi e seni di donne»). Una· lettura di Lear che non ne scorga la vicenda di rieducazione simbolica del padre non può facilmente accettare, spiegare, ìe fantasie cannibaliche di Lear, l'iperbole dei suoi iconismi. Se l'ira di Lear parla il sacrificio di Cordelia, così fa più oltre il suo dolore. Fatto prigioniero con la figlia, che lo ha invano soccorso con un esercito dalla Francia, Lear esclama: 214 LEAR: Upon such sacrifices, my Cordelia, The gods themselves throw incense. Have I [caught thee?
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