le" figlie, intende esorcizzare i «pericoli del genero», le costrizioni dell'alleanza che il prospettato matrimonio della prediletta Cordelia completa e amplia. È Cordelia a denunciare il rifiuto del matrimonio delle figlie da parte del padre: CORDELIA: Why have my sisters husbands, if [they say They love you all? Happily, when I shall wed, That lord whose hand must take my plight shall . [carry Half my love with him, half my care and duty: Sure I shall never marry like my sisters, To love my father all. (CORDELIA: Perché le mie sorelle hanno mariti, se dicono di dare a te tutto l'amore? Se mai [mi sposerò l'uomo la cui mano prenderà la mia avrà ·metà del mio amore, metà delle mie cure e at [tenzioni: certo non mi sposerò davvero come le mie sorelle per dare a mio padre tutto l'amore). L'iperbole del «tutto», accettata da Regan e Goneril, si infrange nella misura di Cordelia che, sottratto al «tutto» del padre lo spazio per il futuro marito, evoca il limite naturale respinto dall'istanza simbolica di regalità del re: «I love Your Majesty/According to my bond, no more nor less» («amo Vostra Maestà secondo il mio vincolo, né più né meno»). L'ostinazione di Cordelia contro il padre - da McLuhan ad esempio giudicata «puritana» - è in realtà «manifesto simbolico». Non l'ingratìtudine delle figlie (a Cordelia comunque non ascrivibile) ma il violento rifiuto dell'ordine naturale del tempo produce la vicenda di Lear, tragedia di successione che trasmuta in vicenda di rieducazione simbolica del padre. Nei termini delle strutture antropologiche dell'immaginario studiate da Durand14 Lear è dominato da una «sindrome del tempo», da un 211
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