Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

me dolenti: ma qui Caronte è in piena azione: ha afferrato col graffio lo spirito di Agramante, e« quel grave trunco» è ormai un'ombra leggera, incorporea, malgrado lo scorcio dei piedi che spingano riel vuoto. Darè ha dunque ripreso un suo precedente disegno, del «Furioso», come altre volte necessariamente accade nella quasi incredibile fatica delle più che centomila incisioni che ci ha lasciato. Ma, soprattutto, si è ricordato della Divina Commedia e delle illustrazioni che aveva dedicato all«' Inferno», nel 1861, diciotto anni prima di affrontare, ultima sua grande opera di illustratore, il Furioso. Ed è difficile dire se a stimolare questo accostamento abbia, o meno, in lui, contribuito l'evidente richiamo che i versi che chiudono il poema ariostesco contengono al magistero. di Dante, e all'ottavo canto dell' « Inferno», ove ritornano, con l'abbraccio di Virgilio al poeta, e con connotazione affettuosamente ammirativa e laudativa, « l'alma sdegnosa», il« mondo», la rima« orgogliosa»: il che mi sembra ribadire, attraversò la imitazione e quasi citazione formale, l'atteggiamento simpatetico di Ariosto nei confronti di Rodomonte di cui si diceva. 2 - Questo ritorno della memoria, o flash-back, di Gustave Darè, ne evoca subito un altro, questa volta tutto personale, di chi va scrivendo questo articolo. Personale, sì, ma credo che abbia attinenza, e non solo strettamente autobiografica, col tema scrittura/disegno: ripercorre infatti un'esperienza che è lecito ritenere del tutto comune ai bambini« alfabetizzati»: il giungere, cioè, all'alfabeto, alla lettura, dopo, successivamente, aver già fissato, introiettato, immagini,« figure», a stampa - e su di esse avere, più o meno intensamente, fantasticato.. Sia come sia, a me è capitato proprio così, Avevo tre anni o giù di lì, quando venni trasferito, dalla camera dei genitori, in una stanza tutta per me. Qui, talvolta, anche dopo che era divenuta la mia, mio padre si sdraiava sul 91

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