punti « difendono» il centro sul diametro. Il desiderio di sicurezza è così forte che induce a trascurare il punto di vista estetico e quello razionale e a non utilizzare al meglio lo spazio a disposizione. Devo sottolineare ancora che queste considerazioni non mi hanno indotto a considerazioni generali. In seguito ho condotto una serie di esperimenti con tre fogli di carta. Il primo era quello di cui ho detto. Nel secondo uno dei punti era collocato così vicino al margine del foglio da rendere impossibile tracciare bene un cerchio nella maniera precedente: mi ero proposta, con ciò, di provocare un'altra soluzione. :È stato interessante vedere come le persone privilegiassero proprio la prima. Finivano col disegnare « patate» invece di cerchi, e dicevano: « Supponiamo che questa patata sia un cerchio» (fig. 4). Sul terzo foglio di carta proposi una posizione estrema, nella quale la prima soluzione risultava impossibile, anche in forma « simbolica». La chiamai una situazione « senza soluzione». Qualcuno mi restituì il foglio, affermando che il problema non poteva essere risolto; altri si misero a ridere, sospettando un tranello. Vi fu qualcuno che mi disse: « Vuoi che esca fuori dalla mappa?», quindi, improvvisamente, si picchiò sulla testa e tracciò un grande cerchio possibile (fig. 5). Penso che un'esperienza di tal genere rechi con sé « una verità in generale», e la si potrebbe descrivere così: « Nelle situazioni particolarmente marginali lo spazio, talvolta, si espande». Quando il principe Andrea cadde sul campo di battaglia di Austerlitz, con la bandiera in mano, ecco ciò che pensava: « Che cos'è? sto cadendo? le gambe mi vacillano, pensò, e cadde supino. Aprì gli occhi, sperando di vedere come fosse finita la lotta dei francesi con gli 69
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