Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

nella composta scena di tipo realistico borghese della nascita della Vergine, questa entrata così eterogenea della ninfa che, in una stanza, ha le vesti agitate dal vento e porta sulla testa un cesto pieno di frutta. Nella fobia, anche ciò che potrebbe avere carattere di allucinazione, l'apparizione senza senso di una ninfa, è mantenuto distante da tutto l'apparato compositivo, strutturale del quadro. Il luogo della fobia funziona come elaborazione teorica del riflesso fobico. Al rispondere repentino dello scarto del cavallo, Hans frappone la strada che divide la sua casa dal dazio, la recinzione del dazio e la pedana della pesa. Ritroviamo così due elementi con cui ci siamo trovati ad avere a che fare all'inizio di questo discorso e sui quali ora possiamo dire qualcosa di più. Ritroviamo così il Darwin prima citato all'inizio come ha funzionato nella vita di Warburg: « Benché Warburg non l'abbia mai ammesso esplicitamente, la sua teoria dell'espressione rimase legata al libro di Darwin L'espressione delle emozioni negli animali e nell'uomo che lo aveva tanto influenzato durante il suo periodo universitario. Ricorderemo che per Darwin l'espressione umana è comprensibile soprattutto come residuo delle reazioni animali, che facevano parte un tempo del repertorio motorio degli animali. Il pugno chiuso era un tempo pronto a colpire; e aggroftare le sopracciglia proteggeva gli occhi nel combattimento. Ciò che ora è un'azione simbolica, un « atteggiamento espressivo», deriva da un movimento corporeo molto più intenso. Regredire a questi movimenti significa per l'uomo soccombere alla follia». Ciò che del luogo della fobia rimane nella nevrosi scelta ha qualche attinenza con quelle che Ferenczi chiamava « Mnemi organico-fisiche», tracce di eventi del passato, che sono in Freud « sedimenti di antichissime 46

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