Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

l'orrore a 'V'eni ire può cancellavsi nella consuetudine dei gesti e delle ,abitudini della Sefiora viva. Ma i segni di morte non talèdano a rscopriirsi: « E il veochio Olocati la ,scoperse. Gli occhi della signora, aperti, non lo .guardavano, guardavano il nulla» 49 • Nichilismo della morte: il corpo morto è niente, la visione non è ,diretta, non traccia i contorni di un soggetto, neUa consapevolezza di rehi « ti r sta guardando in faccia». « Gli occhi erano dischiusi, 1a guancia de1stra tumefatta, 1a pel1e lacerata, e anche sotto J'orbita, orribile. Le due povere mani levate, scheletrite, parevano protese verso gli altri come · in una difosa o ,in una implorazione estrema» 50 • L'orirore della ,descrizione ,sconfina nella pietas, e se veicoli d'oI1I1ore sono gli occhi, sede di pietas sono le mani , ponte tra la morte e « gli altri». Questo anello di congiunzione, che restituisce la Sefiora alla vita (« Si accorsero che l'espirava [ ...] : tardo, debolissimo, il polso batteva ancora» 51 ), è una traccia assente invece nell'altro cadavere gaddiano, pastiocio di lingua e di sangue, di interni venuti fuori e di scompostezze oscene: la signora Liliana del Pasticciaccio: « Oh, gli occhi! dove, chi guardavano? [...] Un profondo, un terribile taglio rosso le apriva la gola, ferocemente [ ...]. Palesava come delle filacce rosse, all'interno, tra quella spumiooia nera der sangue, già raggrumato, a momenti; un pasticcio! con delle bollicine rimaste a mezzo. [ ...] Gli oochi s'erano affissati orrendamente: a guardà che, poi?» 52 • 255

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