negazione degli altri attraverso la « verità» del proprio senso, del proprio nome (Pirobutirro). Non può non essere folle colui il cui nome significa. La traccia dell'intraducibilità ,del nome si trasferisce nell'intraducibilità ,del male. L'orrore e la negazione dell'altro passano attraverso il grottesco ,del corpo dell'altro, del nome dell'altro. Così la quasi omonimia, la differenza labile data da una letvera, un genitivo, dice dell'indistinguibilità del corpo ,dell'altro, della folla, è Tibutllante. Il grottesco, il « barocco» della stessa scrittura non è però la metafora ,spettacolare ed ,estranea al linguaggio ordinario, esemplare riceroato e forzato ,di un'eccezione linguistica. La metafora è qui Ja forma stessa della scrittura, così come il grottesco è la forma· lettemria della percezione. Scrive Gadda: « Ma il barocco e il grottesco albergano già nelle cose, nelle singole trovate di una fenomenologia a noi esterna: nelle ,stesse espressioni del costume, nella nozione iaocettata comunemente dai pochi o dai molti: e nelle lettere, umane o disumane che siano: grottesco e barocco non ascrivibili a una premeditata volontà o tendenza espressiva dell'autore, ma legati alla natura e alla storia» 40 • Il realismo grottesco (Bachtin), o barocco (Gadda), risiedono già nelle cose, la metafora è lì dove ci sembrerebbe esistere piatta banalità; il volto più comune, l'oggetto più consueto possono essere, nella trasfigurazione della scrittura, altre cose, avere altre dimensioni, dar vita a curiose deformazioni: 250 « Un violoncello è uno stTumento barocco; un contrabbasso meglio che andar di notte; un femore, coi relativi còndili, è un osso barocco; idem un bacino; il ghiandolone fegato è una polta barocca; il sedere del manichino
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