tra coloro che si batterono per il ripristino della Associazione Psicoanalitica Ungherese. Nel 1947 divenne il primo segretario del Gruppo Neuropsichiatrico e Rsicologko del sindacato dei dipendenti ospedalieri; più tairdi il direttore di una casa di cura appartenente al Consiglio Centrale dei Sindacati Ungheresi. Dopo questi lunghi anni tornò a Budapest , dove fu di-rigente del dipartimento medico del Consiglio Centrale dei Sindacati. Ovunque ,ebbe a lavorare fu e rimase un clinico nel vero senso della parola: 1 le sue idee e i suoi rapporti con il mondo esterno si riflettevano nel modo più fedele nel modo con cui trattava i suoi pazienti e formava i suoi studenti. A parte due « libri di note » sulle tecniche e sulla metodologia analitica, d ha fasciato soltanto un gran numero di scritti che ·sottolineano i lineamenti fondamentali del suo lavoro. Ad arricchire il quadro, un'altra fonte ci è data dall'ampio campo delle esperienze e dei ricordi su come egli trasmettev:a ile sue indica�ioni sul lavoro e sull'ide ntità dello psicoanalista, sottolineando aspetti che riteneva oruciali per aoquisire una « visione d'insieme » che permetta di mettere alla prova i nostri pazienti e noi stessi in un mondo in costante ,sviluppo, che deve essere compreso se vogliamo elaborare insieme queste esperien2e quali si presentano nel campo analitico « qui e ora». Egli prese in esame diversi aspetti della personalità nelle loro relazioni con lo sviluppo della struttura e delle qualità psicodinamiche del sé, quali appaiono nel · lavoro psicoanalitico. L'idea dd cambiamento e della crescita è stata centrale nella sua concezione; si sforzò sempre di cogliere quegli aspetti onto- e filogenetici che potevano venir riportati alla fenomenologia della psiche e alle funzioni della mente. 204
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