Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

«neurologico» di Freud del 1981 - sul fatto che«non si trattava di un disturbo né 'subcorticale ', né 'corticale ' dell'innervazione e nemmeno di un'anomalia dello sviluppo della laringe, bensì di un disturbo vocale psicogeno». Anche qui il«disturbo»,«l'anomalia», offre la base di partenza per la comprensione di ciò che è «normale»: una connessione, cioè, tra le modalità dell'uso della voce, la «fonazione», e le sue basi pulsionali. E sono proprio«le basi pulsionali della fonazione» il nucleo intorno al quale si articola questo nuovo libro di F6nagy, ove egli riprende e sviluppa i temi dell'articolo pubblicato sotto questo titolo nel«Piccolo Hans», e nel capitolo «Tentativo di discesa alle origini» di La ripetizione creativa. Egli vi si sofferma, sì, come sottolinea Jakobson - sui nessi tra«fonazione» e«stati emotivi», ma solo in quanto«Il rapporto tra la funzione linguistica e la sua base pulsionale diventa più evidente, più diretto, negli stati regressivi, quali l'emozione». A monte, infatti, dell'emozione vi è il modo«comune» di accentuare le parole. Minuzioso sperimentatore, che si è sempre avvalso delle tecniche più raffinate, egli stesso - ci tiene a dire - solo nel corso del suo lavoro si è reso conto che proprio dalla psicoanalisi poteva trarre un aiuto decisivo per la comprensione delle variazioni e modificazioni del timbro di voce. Era stato ancora Ferenczi a sottolineare (Psicoanalisi delle abitudini sessuali, 1925) l'importanza erotica degli sfinteri, e a collegare la funzione di quelli anali con quelli boccali, con«la parola» e«il canto», «specialmente - aveva aggiunto - in rapporto ai fattori emozionali». F6nagy va certamente oltre, sino a mettere in luce come l'accentuazione, in quanto processo fisiologico, appare come «un riflesso della defecazione, la sua im181

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