Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

abbia potuto parlare o scrivere le parole si scontrano con un severo rifiuto: sono già interpretate, già catalogate e iscritte nel registro del delirio. Solo se ubbidisco in modo preciso alla «legge» implicita nel senso comune posso avere accesso al discorso. Ho diritto alla parola solo a condizione di piegarmi innanzi tutto alla conven­ zione delle significazioni, a quel processo di assegnazione che si decide prima e al di fuori di me. Ma la questione resta sempre quella di sapere quale possa essere, in queste circostanze, l'efficacia della scrittura. Cominciare a dare una risposta a questa questione vuol dire necessariamente liberarsi dal modo corrente di contabilizzare il tempo, dalle categorie imposte, dall'uso convenuto della lingua. Si rivela necessario cioè ricordare, con la più grande in­ sistenza, alcune evidenze sulle quali il tempo presente non avrebbe nessuna presa diretta. Lavoro ai limiti del­ l'accettabile, che corre costantemente il rischio di non essere inteso, e a maggior ragione quando si situa nel dominio dell'occulto o dell'invisibile, quando tocca le fron­ tiere del religioso e del mistico, come avviene costante­ mente a Rodez. Come se, per uno strano ritorno, la poesia e la religione dovessero, almeno per un istante, costituire un terreno comune: come se dovessero scambiare i loro poteri di espressione. Tutto ciò formerebbe l'unità profon­ da di quel momento tragico come pure, ad un tempo, la sua risoluzione. «Il pensiero col quale gli scrittori agiscono non agisce soltanto con le parole scritte ma in modo occulto prima e dopo lo scritto, perché questo pensiero è una forza che è nell'aria e nello spazio in ogni tempo». (X, 211) Sappiamo quello che era in gioco fondamentalmente, per Antonin Artaud, nella corrispondenza con Jacques Ri­ vière: da sempre le parole sono derubate, sottratte, da una sorta di movimento furtivo di cui alla fin fine Dio è il grande responsabile. Sappiamo anche che il testo di Artaud si inaugurava di solito con la designazione ripetuta 92

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=