Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
Poltrone di velluto (reale e realtà sul palcoscenico di un viaggio in Egitto) Nello spiazzo gli uomini si industriano a superare la distanza che li divide dagli spettatori. Enormi parrucche, alti calzari, e infine megafoni portano il suono e l'immagine fino alle gradinate. L'elemento della protesi ha la sua e pifania nel teatro greco. E forse questo non è senza rilievo in rapporto ai sogni di protesi e alla funzione del signi ficante Grecia. Le pettinature sono spesso «alla greca», e i viaggi sono in Grecia, nelle vacanze in cui, per qualche verso, l'omosessualità fa la sua apparizione. Dal teatrino di Mister Meister alla follia adulta di Luigi II di Baviera, la storia del teatro si muove tra ciò che il bambino racconta per rassicurarsi e ciò che usa per spa ventarsi, chissà se il bambino, quello aggrappato alla ma nica vuota del golf che la mamma porta appoggiato sulle spalle, più teme o più desidera quella mancanza. Certo ne sa qualcosa e ciò che lo interessa è l'artificio che trova per contornarla e cancellarla evidenziandola. Ciò che allora si delinea con il teatro non è tanto ciò che vi si racconta ma le caratteristiche dello spazio che viene a costituirsi, la pianta della fobia giocata dalla per versione nel Meister o la costruzione incompleta del Ca stello di Linderhof. Nel numero scorso del Piccolo Hans, Jean Clavreul ci parla di un'illusione che si determina a 5
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=