Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

Memoria delle Baccanti - o racconto È stato un ribaltamento dell'attore, e del lavoro del teatrante in genere, il laboratorio di Prato. Nel suo pro­ gramma si trovava scritto - progettazione teatrale, ricerca del teatro di comunicazione, o anzi, ricerca della comu­ nicazione teatrale... studio di come si accede a una dram­ maturgia del nostro tempo. Eravamo pieni di slogans sulla partecipazione del pubblico - teatro insieme con e per il popolo - ci eravamo riempiti di essi con reale neces­ sità... si trattava ora di tradurre concretamente il senso di quegli slogans in un operare civile. Non sarebbe stato, però, quello che troppo spesso le amministrazioni pubbli­ che volevano: una bandiera - tutti a teatro!... che faceva comodo solo agli assessori: non era quello, ma non era neppure una pura sfida alla comunicazione di massa, piut­ tosto il teatro come studio per la comunicazione di massa. Tutto ciò, voleva forse dire qualcosa. Lo spazio entro cui si lavorava, lo spazio, cominciava dal testo. Ronconi mi disse un giorno - leggiti le baccanti, nella traduzione di Sanguineti - e dopo due giorni, il tempo giusto per leggerle, mi chiese - le hai lette?, risposi sì!, sono stupende - che parte farò?... tutte!. Subito, come sempre, preferii tornarmene a casa e pensare - perché devo farle tutte io?... è chiaro, sapevo benissimo che non si trattava, non si sarebbe trattato di un virtuosismo d'at­ tore, eppure la cosa mi aveva lasciato turbata se non 48

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