Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
aspettano che un cenno si dia per iniziare ad entrare nella finzione nel personaggio... in qualcosa che sostan zialmente non esiste: credo stia qui la questione, almeno, buona parte della questione. In ogni testo c'è una cosa che sta sotto - che sta dentro, in fondo, separata inacces sibile - credo che questa cosa sia la lingua teatrale, nodo effettivo dell'azione, sintesi delle emozioni... questa «lin gua» è quello che cerco di far scattare fuori, di farla operare di nuovo, armato solo della certezza di volerla conoscere e possedere in tutta l'ampiezza del suo agire sostanziale: ecco!, io - essa lingua - e loro attori, il gioco dei personaggi l'intreccio profondo delle relazioni si co struisce a insaputa di tutti, per mezzo di silenziose cor rispondenze sfide fiducie sfiducie e approssimazioni riu scite - perfettamente riuscite - grovigli di gesti e movi menti da cui cominciare a sdipanare lo svolgersi proprio della scena agito entro uno spazio. Potrei dire, ma non so se posso dirlo con esattezza, che io stesso mi faccio «tramite» dell'energia della cosa del testo... credo consista in questo l'opzione della regìa (una regìa che non si limiti ad essere illustrativa del testo ma interpretativa esaustiva) è come se m1 trovassi a filtrare l'inaccessibilità . stessa del testo, il suo essere separato dall'attualità... inaccessi bile nella sua lingua perduta o dimenticata, inaccessibile nella sua passionalità etica ideale, inaccessibile nella for ma stessa della sua ideologicità... e di tutto questo io mi devo far tramite, oscuramente, lasciando che altri ven gano ad agire lì dove l'azione si è dimostrata ii;npossibile, cancellata dalla storia o falsificata in essa e edulcorata infine in piacevole intrattenimento, tolta - comunque - la sua valenza collettiva. Di ciò, quello che posso dare agli attori, è il senso fisico - l'energia pulsionale? - della cosa che batte dentro di me, e cerco di restituire (ancora questa parola) tutto attraverso una semplice evidenza, un dare-a-vedere fisico, che si spezzetta in scatti appena per cettibili - neppure gesti - in timbri armonici assoluti 43
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