Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

organici o isterici che siano?» lo spinge a «sottomettere le turbe paretiche ad un'analisi più approfondita e a ri­ cercare proprio attraverso di esse dei caratteri differen­ ziali». Si tratta di «ricerche metodiche», riconosce egli stesso «delle quali i primi risultati, già decisivi, pubblicati nel 1893, mi hanno portato a concludere che nelle paralisi e nelle contratture isteriche non esiste turbamento dei riflessi osteotendinei» 49 • L'isteria non è più dunque capace «de tout faire», se le vengono meno tutta una serie di segni specifici delle affezioni organiche. Va sottolineata la cura con la quale Babinski distingue tra segni soggettivi e segni oggettivi; solo questi ultimi hanno credito nella nuova semeiologia. L'accusa di sinto­ mi soggettivi ripropone il vissuto del paziente e la sua possibilità di mascheramento, di mimesi della malattia, anche se Dejerine sa estendere la sua indagine differen­ ziale ai modi di enunciare il sintomo e di indicarne il segno sul corpo 50 • Il quadro dell'isteria, coartato dalle acquisizioni della neurologia e sottoposto a revisione anche per quanto con­ cerne le cosiddette «stimmate» 51 , finisce ·per essere messo in dubbio nella sua essenza. Bernheim parla di induzione iatrogena e giudica un artificio lo stesso «grande attacco» con le sue quattro fasi 52 • E Babinski accusa le obiezioni: «Il medico 'coltiva' l'isteria o, per lo meno, non conoscen­ done bene il meccanismo, non prendeva, come fa attual­ mente, le misure proprie a farne sparire le manifestazioni e ad evitarne il contagio» 53 . L'uso dell'imperfetto e la sottolineatura di «attualmente» marcano una svolta nel­ l'evoluzione delle concezioni sull'isteria e pretendono una cesura, che Charcot ha lasciato sospesa, tra «correlazioni» e «differenze». Con tutti i suoi propositi e strumenti «chiari e distinti» Babinski non si sottrae comunque all'attrazione della «scena». Anzi, l'avere sciolto gli aspetti «misti» gli permet- 23

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=