Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

minute La svista a teatro Appartengono a buon diritto alla storia dello spetta­ colo occidentale una serie di «visioni» che sono veri e propri spettacoli realizzati per iscritto e che hanno avuto, nella cultura teatrale, un'influenza spesso altrettanto pro­ fonda di quella di grandi, «veri» spettacoli. Le «visioni» del teatro nascono quasi sempre da spet­ tacoli «veri», ma si realizzano nella loro forza più sul versante dello spettatore. Sono il risultato di felici tradi­ menti, di amplificazioni, di invenzioni dovute alla distanza e all'attesa. A volte creano un teatro che sembra più reale del teatro materiale da cui sono esalate: si pensi alla consistenza di un teatro come la Commedia dell'Arte, che è la consistenza di un mito; si pensi allo spettacolo dei balinesi visto e raccontato da Artaud; alla Locandiera di Goldoni vista da Goethe a Roma, con la parte della pro­ tagonista fatta da un uomo così da mettere in moto la fantasia analitica di quel grande spettatore; si pensi, so­ prattutto, a quel vero e proprio «leggendario occidentale dei teatri d'Oriente» di cui Nicola Savarese ha mostrato la storia e la poesia ne Il Teatro al di là del mare (Torino, Studio Forma, 1980). Diametralmente opposta alla «visione» è la «svista». 212

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