Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

nulla sostenendo che «sta aspettando che passi l'elicotte­ ro». L'attesa di un rumore . che impedisca ancora di ascol­ tare la voce della natura matrigna viene a rivelarci ciò che nel suo linguaggio contadino la parola natura designa: gli organi genitali. La natura deve essere messa a tacere, un rumore viene ad occupare il luogo di una domanda sull'enigma che essa propone. Nei sogni Marco «viene a contatto» con DELLE ragaz­ ze, non una, tante. Si sveglia angosciato, non può dormire e deve continuare a parlare, ad articolare parole per tutta la notte, «...non in sogno, ma come parlo qui», mi dice. Marco mi porta un piccolo gioiello finto a forma di cuore dopo aver scorto, in un quadro appeso nel mio studio, una forma che gli rammenta un ferro di cavallo: porta fortuna, sostiene. Quando scopre di portare il nome di un cantante di moda, si dedica freneticamente a sco­ prire particolari della vita di questo cantante, in paese qualcuno lo ha chiamato con il suo nome, scopre che anche a lui piace cantare e si ritiene molto bravo, forse... può darsi... si dedicherà a questo mestiere. Nella ricerca che ha intrapreso sulla vita del cantante scopre che anche lui faceva un lavoro manuale che non gli piaceva e poi è diventato famoso, forse... «è un segno del destino». Vuo­ le presentarsi a un concorso per «voci nuove». A questo punto Marco decide di interrompere la psi­ coterapia perché, «forse... qualcosa nella natura lo ha per­ donato, non pensa più a quella ragazza e poi c'è il ferro di cavallo...». Uno spostamento dalla musica alla voce della natura al rumore metallico della moto, dell'elicot­ tero, un percorso che si muove sul filo dei suoni conduce alla riscoperta della voce umana, nella forma del canto ancora legata alla musica. Un cammino nello stretto luogo di una scena dove desiderio e legge non si combinano per impedire l'accesso alla Cosa. La lamella che, nel luogo di questa barriera, separa psicosi e perversione, è davvero molto sottile. 209