Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
Lo psicoanalista fuori stanza Sul filo di un rumore Dal movimento sulla scena... Le luci si abbassano, lo scorrere del sipario lascia apparire una scena vuota illu minata da una luce abbagliante. Rappresenta un deserto sul quale compare, spinto violentemente da forze invisi bili, un uomo. Barcolla, cade, 5i rialza, rifl�tte. Dei fischi attirano la sua attenzione, de.gli oggetti sorretti da fili invisibili calati dall'alto oscilla:µo davanti a lui: scatole, un alberello con un magro ciuffo di palme, una caraffa con un'etichetta che reca la scritta: ACQUA. L'uomo cerca di raggiungerla, inutilmente perché man mano che si av vicina essa si allontana. L'uomo riflette, tenta ingegnosa mente di mettere l'una sulr'altra delle scatole, le braccia tese verso l'oggetto, ma anche questa volta esso si dilegua, l'uomo continua a riflettere. Sulla scena della nevrosi, dove metafora e metonimia regnano, la dialettica del desiderio si mostra nell'incon cludente movimento che una certa interpretazione di que sto breve Atto senza parole di Beckett fa emergere. Mo vimento intorno ad un oggetto sempre mancato, irraggiun gibile, nella scena di un deserto dove, come in ogni vero deserto, i fischi e gli oggetti non possono essere intesi altro che come un miraggio. Una scena, degli oggetti, dei fischi, elementi che si combinano ben diversamente nello spazio, nell'«avamposto» della perversione 1 • Di fronte a questa breve commedia mimica, lo spet- 205
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