Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
metalinguistico, che permane come referenza occulta, a- · stratta, della componente semantica verbale. Non è perciò, forse eccessivamente sorprendente tro vare nel linguaggio naturale un algoritmo che, come si è detto, è utilizzato in algebra come operatore logico per una fondamentale teoria, quella dei gruppi. Nell'algebra dei gruppi l'algoritmo permutativo compare come legge naturale del pensiero, e su di esso si fonda perciò la possibilità di farne uno strumento completamente coeren te, in cui semantica e sintattica si saldano nelle astrazioni del linguaggio logico algebrico, di rango così elevato da porlo come «metalinguaggio» della matematica. Nel linguaggio naturale il repertorio di forme struttu rali che questo algoritmo è capace di mantenere è, come si intuisce, limitato solo dalla possibilità che esso sostenga strutture connettive effettivamente dominabili dalla me moria verbale inconscia. Per questo motivo esso sembra dover privilegiare in modo naturale i testi brevi, poetici o letterari. Un testo può essere breve perché, forse, esso viene reso rapidamente convergente in senso anagramma tico. Si può presumere che ciò che noi chiamiamo poesia o buona letteratura non sia che l'applicazione, inconscia, di un sistema di funzioni connettive logico-simboliche che solo l'intero dominio di una memoria strutturale sa ad densare e riassumere mediante la sicurezza di questo al goritmo. Supporre che il linguaggio parli all'intuizione della mente permettendo di accedere ai convincimenti profondi della mente è, forse, ciò che consente di comprendere perché i linguaggi verbali non siano confrontal:Sili, in senso estetico, con le so l e . regole sintattiche. Giampaolo Sasso 201
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