Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

menti che ha due aspetti principali, atteggiamenti di sa­ luto e l'arco di cerchio. Si arriva infine ad una terza fase: d'improvviso la malata fissa un'immagine fittizia, è un'allucinazione che varia... è la fase degli atteggiamenti passionali... Vi è ancora una quarta fase, più rara, il pe­ riodo del delirio». Stabilita la sequenza, ammonisce: «Vi sono una ventina di varietà, ma, se avete la chiave, siete subito riportati al tipo che ricostruite nella vostra mente, e dopo un certo tempo vi dite: malgrado l'immensa varietà apparente dei fenomeni 'c'est toujours la meme chose'» 38 • La sincronia del quadro è completata e avvalorata dal­ la considerazione diactonica, eppure il metodo non riesce a seguire oltre il.solito cammino illuminante e ricostrut­ tivo della patogenesi perché la lesione sfugge anche se rimane fermo l'intento di ritrovarne la ragione fisica. Solo, gli attacchi continuano a ripetersi. Allora il metodo tende a una verifica modificata rispetto a quella anatomica tra­ dizionale, ma egualmente rigorosa e sperimentale: la fi­ gura che si riproduce deve diventare riproducibile. Singolare coincidenza: proprio nell'anno 1881, quando, per interessamento di Gambetta, Charcot ottiene la prima cattedra di neuropatologia, il 3 febbraio, è Voisin a ram­ mentarcelo 39 , Louise, una guantaia di 34 - anni, entra alla Salpetrière e si sente destinata «alla gloria e alla fortuna su di una scena di teatro». Ed è proprio su di una scena che il metodo di Charcot e il desiderio delle pazienti convergono 40 . La recita può infine rappresentarsi. Inizia Charcot: «Crediamo che bi­ sogni saper approfittare dell'esistenza di punti isterogeni per provocare un attacco al momento opportuno. Ebbene, questa malata (è la lezione del 7 febbraio 1888) servirà a dimostrare quanto penso. Tuttavia vi dirò che, pur es­ sedo quasi certi del risultato previsto, le cose dell'orga­ nismo non sono così precise come - que ll e meccaniche, e non mi meraviglierei se la nostra operazione non riuscis­ se. Alcune volte si dice che gli esperimenti sugli animali, 20

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