Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
struita con questo rigore e non accade più che un tremore parkinsoniano sia confuso con quello della sclerosi a plac che o che si scambino le lesioni secondarie alla malattia con gli elementi che l'hanno invece determinata e scate nata 31 • Charcot osserva minutamente, sia i pazienti sia i pre parati anatomici. Il suo sguardo si concentra nel silenzio, come ricordano gli allievi Souques e Meige: «Un lungo silenzio durante il quale egli guarda, guarda il paziente» 32• Lasègue è irretito dalle narrazioni «aventi alcune parti vere ed altre irrazionali» create dalle isteriche che «arri vano a sdoppiarsi» e ne segue l'organizzazione e la recita sino al fascino di «qualcosa che non si modifica più, una storia partecipata col cuore, raccontata con sangue freddo e sempre la stessa». Charcot invece resiste a questo coin volgimento concorde alla rete semeiologica ingannevole delle «correlazioni» e sembra preferire immagini, come quella celebre del mutismo isterico, dove anche l'espres sione e il vissuto si fanno segno fisico: «Non solo le è divenuto impossibile articolare una parola a voce alta o bassa, ma è incapace di emettere, malgrado gli sforzi, un suono, un rumore laringeo. In verità ha ancora un modo di comunicare con noi, la mimica, rimasta fortemen te espressiva, e, meglio, la scrittura; perché se l'afasia motoria, silenziosa, regna in modo assoluto, la facoltà di esprimersi con la scrittura è indenne» 33 • In questa rispondenza di silenzi e frammenti di lin guaggio, la stessa «parola isteria in sé non significa nulla... non fa che designare un gruppo coerente di fatti nosogra ficamente concatenati gli uni agli altri» 34 • Il materiale clinico è così scomposto per un'analisi lenticolare e «se tali fatti possono essere interpretati in vario modo» Char cot richiama Morel nella promessa di un impegno: «Avre mo cura di studiare il loro vero significato all'interno dei fenomeni proteiformi che questa singolare nevrosi pre senta» 35 • 18
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