Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

Tre strutture anagrammatiche Per meglio chiarire le caratteristiche delle tre strutture anagrammatiche che presento in questo lavoro, riassumo brevemente le conclusioni più importanti del mio recente libro sugli anagrammi in poesia 1 : 1) L'anagramma va inteso come una traccia acustica attiva tra due o più parole, che ne evidenzia un asse semantico comune. Più tracce anagrammatiche contribui­ scono a formare «reti anagrammatiche» che determinano il senso dei nodi di origine e di confluenza delle reti. Le reti anagrammatiche isolano «frammenti acustici» che diventano portatori di senso logico e semantico. 2) La frammentazione acustica dà luogo ad una gene­ rale frammentazione dell'enunciato. Il testo non viene più interpretato come una sequenza di parole, ma come una sequenza di formazioni anagrammatiche più o meno lun­ ghe, che risegmentano l'enunciato. L'enunciato va inteso, dal punto di vista anagrammatico, come una sequenza continua di lettere, in cui scompaiono gli spazi bianchi tra le parole. Si hanno perciò anagrammi ottenuti anche da segmenti acustici situati a «cavallo» di parole contigue. Si hanno inoltre evidenti attività semantiche prodotte da parole «incluse» dentro le usuali parole del testo. 3) Gli anagrammi possono essere studiati con il cal­ colo binario logico, o con il calcolo permutativo. Il calcolo binario logico tratta l'anagramma come un trasformatore 171

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