Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

in un periodo di tempo che va dall'ottocento ad oggi) un segno distintivo così semplice come un cerchio blu 25-26 • Il puro carattere diagrammatico, segnaletico del­ l'emblema della Blue Circle è innegabile. Esso è privo di ogni rilancio referenziale che non sia il gioco chiuso di rimandi fra visivo e verbale. Nemmeno il rimando co­ struttivista, del «concretissimo» quadratino nero precedu­ to da una P maiuscola del marchietto di Piet Zwart, che fra l'altro è un rebus in quanto zwart vuol dire nero 27• Il nome visivo cerchio blu, ci appare ad un tempo sostanzialmente arbitrario, e puramente funzionale. Pro­ babilmente prodotto da circostanze accidentali abilmente prese al balzo dall'autobattezzatore e riprese con ovvio entusiasmo dal progettista. g) Emblemi primari - .. · 1. Trademark della multinazio­ nale Blue Circle (ridisegno di Henrion Parkin, anni '60). p 2. Marchio di Piet Zwart (anni '20). Ma non tutti i casi si configurano con la rigidità e il finalismo industriali e progettistici, anzi. Ed è forse un aneddoto (ho già testimoniato altrove la mia fiducia nel- 1'aneddotica), o per chi lo preferisse una case history, che ci può forse aiutare a mettere in chiaro in che cosa con­ sista il processo di autobattesimo visivo. Si tratta di una storia che descrive il migrare di un emblema che passa a soprannominare in successione quattro individualità di­ verse. 160

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