Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
Charcot può iniziare ad osservare e a stabilire delle dif ferenze in modo nuovo: il «quartier des épileptiques sim ples» è definito nel 1870 distinguendo le «crisi» dagli «at tacchi». Prima tuttavia di riprendere i nodi della riflessione di Charcot e di seguirne lo sguardo, va notato come l'i steria riveli la questione dell'ambivalenza non solo per quanto concerne il suo essere figura medica ed ottenere . un luogo nella nosografia, ma anche nei riguardi delle concezioni sulla struttura della mente. La cultura francese segue nella sostanza una tradizione cartesiana e non solo sostiene una precisa differenza tra «raison» e «non-raison» o «de-raison», ma non manca di sottolineare la continuità del «cogito» quale elemento fon dante del soggetto. La « follia» · è in qualche modo una perdita di questa continuità e chiarezza. Ed ecco le distin zioni tranquillizzanti della gnoseologia sono messe in di scussione dall'isteria che paradossalmente sembra trovare consistenza proprio negli smarrimenti di una solida con tinuità. È Moreau de Tours, già interessato alle esperienze di espansione e dilatazione di coscienza del «club des hascishiens», a rilevare questa oscillazione, coesistenza di luci e di ombre: «Il naufragio delle facoltà è completo solo in casi eccezionali ed è essenzialmente transitorio. Se si interrogano le malate nel pieno delle loro divaga zioni... quando tutte le loro parole tradiscono il disordine dello spirito ed esse sembrano soggiogate da convinzioni deliranti... la prima domanda sembra riportarle all'istante al loro senso, le rende a se stesse» 24 • L'oscillazione, sia pure nella forma dell'antica «mobi lità», è registrata anche da Falret, che la ritiene elemento portante, e non corrosivo, nel fondare la «figura naturale»: «Le idee non hanno lunga incubazione, esplodono d'im provviso: compaiono e scompaiono in poco tempo, come in un'alternanza di immagini visive». La descrizione tra sferisce alla sfera psichica un movimento caratteristico 15
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