Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983
Ecco, in Sileno (Poemi conviviali), un altro endecasil labo con accento di 4 a , a rilevare il concorso velare sordo, opaco, anCOra eCO: Ma quando nacque il tutto / oh! come sotto il velo di grandi acque, / s'udiva ancora ECO di cembali, eco / di timpani, eco di piovosi sistri. Per così dire appeso alla sillaba radicale di squillano, l'ultimo verso della Via ferrata è dunque caratterizzato, oltre che dalle /a/ «diffrattive» (atone solo fino a un certo punto), dalla tensione-sospensione delle implosive alternative: vi brante (squiLlano), apicale (immeNsa), vibrante (aRpa), apicale (veNto). Di immensa (ma sì, c'è sempre l'ungarettiano M'illumi no / d'immenso) fortemente si attizza, dopo quella di squil lano, la /i/: per le aeree trame la via ferrata BRILLA anche da vicino. Né va scordata la parte della sibilante, la cui azione vivace, sinuosa, insinuante, si prolunga no tevolmente nel verso, da Squillano a immensa e Sonora; quest'ultima /s/ tende a geminarsi per fonosintassi, non altrimenti che nella stupenda Tessitrice, dove la defunta amica tesse per il poeta una tela quasi infinita: Morta! Sì, morta! Se tesso, tesso / per TE (S) Soltanto; come, non SO[...]. Ar di arpa, sommosso il concorde bisillabo trama, si placa in tempo debole in fine di sonora, anfibraco che risuona come il passato remoto sonò nel petrarchesco sovra miei spirti; et non sonò poi squilla, CCCLX 66. Il verso è giocato su toniche svarianti e come smarrenti: /i/ di squillano, /e/ di immÉnsa, /a/ di Arpa, /o/ di sonOra, /E/ di vEnto. Giorgio Orelli 144
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