Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

domestica, materna o comunque femminile, conduce ad un tempo il significato primo di trama, cioè l'insieme dei fili trasversali d'un tessuto, perpendicolari a quelli dell'ordito, a cui dunque - anche perché ORD/ne richiama «ORDlto» - possono far pensare i pali del telegrafo, così dritti, uguali (e il vento passa e ripassa come una spola). Per espansione fonica prima che per campo stilistico, tra­ ma si lega ad alcuni lessemi consoni, quali «trema» («tre­ mulo», «tremito» ecc.), «timore», «romito», «tramonto», «martora», e poi «storno», «mistero», «strane» ecc:; o i sintagmi tra i rami, irta rama, tremuli di rame ecc... Un titolo come quello adocchiato or ora, Ti chiama, indica che chiama, verbo capitale del mal vivo che si sente chia­ mato dal morto, non solo è in rima con brama, ma per assillabazione (non rara) si lega all'interno MAdre. Pure fra le prime Myricae, il sonetto Anniversario (per la madre, morta vent'anni prima) convoca non poche di queste pa­ role «mortalmente» funzionali: Poi TRA il dolore sempre ed il TIMORE, o dolce MADRE, M'HAi di te nuTRito: [ . ..] allor sei MORTA [...]. Trama, carico di minaccia, è il complotto, l'insidia mor­ tale che il poeta, ancor giovane, poté pensare di tramare (dopo l'assassinio del padre) anche contro di lui. Rileg­ giamo Il bolide (Canti di Castelvecchio) dove si rivive il trauma: 136 Ricordavo. A' miei vent'anni, mal vivo, pensai TRAMATA anche per me la MORTE nel sangue. E, solo, a notte alta, venivo per questa via, dove TRA !'ombre SMORTE

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