Il piccolo Hans - anno X - n. 40 - ottobre-dicembre 1983

mantico, senza nessuna elaborazione fonica e espressiva, che viene compiuta in un secondo tempo con la sostituzione di «in lungo ordine» con «in fuggente ordine» e di «si dileguano» con «digradano» e l'introduzione di suoni consonantici duri («dritti», «digradano», e ancor prima «bruna» e «brilla»).[...] Gli effetti fonici più felici, che nell'Ultima passeggiata continua­ no la tendenza stilistica del primo Pascoli con maggiore equi­ librio e misura, e sono in rapporto funzionale con la rappre­ sentazione complessiva, anziché porsi come virtuosismi a sé stanti, costituiscono il risultato del processo elaborativo, e non un dato di partenza[...]. Anche nella Via ferrata, come in Arano e in Galline, il momento di maggiore intensità fonica è rap­ presentato dal verso finale («squillano, immensa arpa sonora, al vento»), che è pur esso frutto del lavoro correttorio. [...] Le innovazioni stilistiche proprie del Pascoli, dall'appo­ sizione analogica ai sintagmi impressionistici, dai costrutti el­ littici all'aggettivazione alla greca e ai modi del linguaggio parlato, non sono quasi mai presenti nella fase iniziale del processo elaborativo, a testimonianza del loro carattere di con­ sapevole artificio. Il sintagma «cielo di perla», in cui il secondo sostantivo ha valore di aggettivo, ma con maggior rilievo, e che il Contini ha indicato come tipico del linguaggio poetico pascoliano, compare nella Via ferrata solo a partire dalla terza stesura, mentre in quella precedente è _usato il costrutto più tradizionale «cielo color perla». Sempre nella stessa poesia l'apposizione analogica «immensa arpa sonora», anch'essa pro­ pria del Pascoli, che persegue la riduzione o la soppressione delle congiunzioni comparative in vista della fulmineità del­ l'accostamento, è preceduta negli autografi dalla più consueta similitudine: «squillano, quasi arpa sonora, al vento» e «squil­ lano, come arpa sonora, al vento». Grazie all'edizione critica conosciamo anche che in o­ rigine il titolo del madrigale era Il telegrafo o anche Il telegrafo in campagna: titoli non infelici (come se Montale avesse intitolato l'ottavo xenion di Satura «La telescriven­ te»), e il secondo dice che la trasmissione dei segnali tra vivi e morti «funziona» soprattutto in çampagna, dove 124

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